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martedì 21 aprile 2015

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il gatto

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LA PREGHIERA DEL GATTO
Mon maître, mon ami - Mio "Maestro", amico mio
Quand je naîtrai, tu me choisiras - quando nascerò, tu mi sceglierai
Et pour la vie, tu me garderas - e per la vita, con te mi terrai.
Et si parfois dans la maison - je m'oublie - E se in casa, talor mi vò a imboscare
Pardonne-moi, je suis encore petit. - piccino ancor sono, mi devi perdonare.
Tu verras, quand je grandirai, - Vedrai, crescerò,
Propre et sage je deviendrai. - pulito e saggio diventerò.
Ne cherche pas à deviner mes pensées - i miei pensieri non cercar d'indovinare
J'ai gardé le goût sauvage du secret. - il gusto selvaggio del segreto saprò mantenere.
Ne trouble pas mon sommeil, - Il mio sonno non turbare,
Il est nécessaire à mon équilibre. - per il mio equilibrio esso è vitale.
Et lorsqu'à toi je viens - E quando da te mi vedi arrivare
Donne moi abondance de caresses. - coprimi di carezze, ecco cosa devi fare
Pour mon péché de gourmandise pardonné - Per ogni mio peccato di gola perdonato
Te sera acquise toute mon amitié. - con la mia amicizia sarai ripagato.
Mon amour et ma fidélité grandiront pour toi. - Il mio amore e la mia fedeltà per te cresceranno
Tu seras mon univers, mon avenir et ma joie. Sarai la mia gioia, il mio avvenire e il mio mondo.
Tu seras mon seigneur et maître. - Sarai il mio signore e "maestro"
Sans hésiter, je te donnerais ma vie. - La mia vita ti darò senza esitare,
Mais s'il te plaît, je t'en supplie, - ma per piacere, te ne prego,
Ne m'abandonne pas , Ne m'abandonne pas ... - NON MI ABBANDONARE!!!
da http://dellafilosofiaedeigatti.blogspot.com/2009/03/la-preghiera-del-gatto.html
In Egitto il Gatto era considerato un animale sacro a Bastet, la Dea gatto, era dotata di poteri di guarigione. In Scandinavia era simbolo di fertilità,non a caso il veicolo della Dea Freja è trainato da gatti ; in India propiziava le nascite. Con l' avvento del cristianesimo si credeva che le streghe, di notte assumessero la forma di gatti, e per questo il gatto nero fu vittima di atroci persecuzioni. Il gatto ha un carattere fiero e indipendente e permette di prendersi cura di lui, ma solo alle sue condizioni. Le qualità e i poteri del gatto sono: l’indipendenza, la curiosità, la resistenza, l’abilità, l’imprevedibilità, la guarigione, la capacità di lottare quando occorre, la capacità di vedere le cose invisibili e la protezione. Egli, inoltre, rappresenta il silenzio e può aiutarci nella meditazione. Il gatto, da sempre associato alla luna e alla notte, rappresenta anche il nostro lato femminile e intuitivo, per questo chi non ama i gatti, di solito tende ad essere guidato da un istinto pratico e razionale. Gli uomini che detestano i gatti, generalmente non si fidano delle donne. Se il gatto è un tuo Animale Totem, allora sei misterioso e sei affascinato dall’occulto e dalla magia. Sei indipendente e un libero pensatore. Il lato ombra di questo totem, può essere rappresentato dall’opportunismo, dall’imprevedibilità e dalla tendenza a creare barriere emotive, impedendo agli altri di entrare nella tua vita.
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La Magia del Gatto
Un Gatto in casa e' una gioia, una carezza nei momenti di sconforto, una giornaliera scoperta di un comportamento enigmatico e complesso......un Gatto e' un mistero....il vostro Gatto e' il vostro mistero personale.
I gatti sono curiosi e complessi, addomesticati ma selvaggi, riservati, premurosi, affettuosi o lunatici. Ci appaiono misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, dolci micini o feroci cacciatori, compagni dell'uomo da millenni , spesso ispiratori di opere e di stile di vita, ma sempre fieri della propria indipendenza: sono creature magiche, meravigliose, eccezionali.
Sino a quando l'Inquisizione decise di estirpare le religioni Pagane del tutto con la bolla di papa Innocenzo III. Molte persone innocenti furono torturate e assassinate, Donne, uomini, anziani e bambini, spesso intere famiglie. L'Inquisizione aveva addirittura un libro da consultare, il Malleus Maleficarum, pubblicato per la prima volta nel 1486.
Insieme alle Streghe furono bruciati circa otto milioni di Gatti, perchè considerati bestie del demonio, probabilmente fu anche questo oltre ad altri motivi a fare in modo che le pestilenze che si scatenarono su tutta l'Europa fossero inarrestabili.
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Con il cristianesimo, sorsero in molti paesi europei insulse superstizioni di ogni genere relative ai gatti. Nel medioevo cristiano questi animali erano associati a ogni sorta di malefici e diavolerie, considerati indivisibili compagni di streghe e fattucchiere, sempre implicati in tutto ciò che sapeva di magia. I gatti neri, che erano ritenuti apportatori di sventura, venivano acciuffati e arsi vivi, talvolta unitamente a coloro che erano ritenuti sospetti di stregoneria. Ancor oggi, è radicata (retaggio cristiano)in molti la credenza secondo il cui vedersi attraversare la strada da un gatto nero costituisce segno di cattivo presagio.
Con la sola eccezione del Sud America, della Germania, e degli U.S.A., la figura del gatto nero viene paragonata, nel resto del mondo, come araldo di malasorte e presagio del lato oscuro della realtà.
L'Irlanda è una vera e propria miniera di miti e leggende sui gatti neri dandogli il ruolo di aiutante di taumaturghi,
C'era un tempo in cui i gatti erano venerati in Europa, prima dell' avvento del cristianesimo.
Il gatto nero, portatore di magia era rappresentante della notte; ma grazie alla pelliccia che poteva anche assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna poteva contare su una duplice identità. Inoltre il nero era un sottoprodotto del fuoco, che per gli antichi era una realtà positiva. Tutti questi aspetti erano, e sono ancora oggi, presenti nel gatto nero e sulle leggende che ne derivano.
Un grande legame esoterico dal punto di vista della mitologia e della religione ha sempre caratterizzato il rapporto tra uomo e gatto. Probabile è il fatto che il gatto prima di essere addomesticato sia stato adorato, infatti nell'antico Egitto era venerata una divinità femminile chiamata Bastet, avente corpo di donna e testa di gatto, simbolo della vita della fecondità e della maturità. In India invece troviamo la dea Sasti, una divinità felina simbolo di fertilità e maternità.
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Nell' antico Egitto il gatto era ritenuto animale sacro e divino, infatti, alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Attraverso l' Egitto il gatto giunse nei paesi arabi dove però l' animale eletto era il cavallo, ben presto però anche il nostro amico felino venne preso in simpatia e la sua fama ben presto eguagliò quella equina.
Un animale così leggendario deve conoscere verità che noi non saremo mai in grado di percepire, infatti, un detto africano dice che "Quello che ignori è più saggio di te".
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Anche Etruschi e Romani conoscevano ed apprezzavano il gatto e si servivano delle sue doti per debellare i topi portatori di malattie.
Il periodo medievale non è stato buio solo per l' uomo ma anche per il gatto, nella malata mentalità cristiana erano infatti considerati animali demoniaci, in quanto tali subirono infatti torture e sevizie.
Successivi studi medici effettuati sul gatto nel 1800 stabilirono che esso era un' animale non portatore di malattie trasmettibili all'uomo, come tale venne successivamente accolto anche nei salotti più esclusivi.

Si narra che il Birmano discenda da un' antica popolazione di gatti sacri ospitati in un tempio Khmer di Myanmar. Durante un assalto al medesimo tempio, il gran sacerdote venne mortalmente ferito ed il suo fedele gatto Birmano si accucciò sopra di lui rivolgendo lo sguardo alla divinità del tempio stesso, mentre ciò accadeva, il suo mantello divenne dorato e gli occhi blu, quando si voltò verso la porta del tempio le sue zampe si tinsero di marrone ad eccezione delle zampe posteriori ancora appoggiate sul padrone morente le quali rimasero bianche candide.Guidati dallo sguardo del gatto ancora rivolto alle porte del tempio, i monaci si precipitarono a chiuderle, salvandosi così dal saccheggio e dalla distruzione.
Il gatto non abbandonò il suo padrone, e morì sette giorni dopo di lui; quando i monaci si riunirono per eleggere il nuovo successore del sacerdote videro accorrere tutti i gatti del tempio trasformati nelle sembianze di Sinh, il gatto Birmano del sacerdote defunto.
Da ciò deriva il nome della razza, Gatto Sacro di Birmania.
Un' antica leggenda di origine Polacca narra di una gatta che, disperata per la fine che avrebbero presto fatto i propri cuccioli, gettati al fiume dal proprio padrone, stava manifestando tutto il suo struggente dolore con pietosi e strazianti miagolii.
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I Salici, presenti sulla sponda del fiume, impietositi dalla scena atroce, tesero i loro rami verso il fiume per permettere ai gattini di aggrapparsi, così facendo li salvarono dalla triste fine.
Da allora, ogni primavera i Salici non fioriscono ma, in ricordo di quanto accaduto, si ricoprono di una morbida infiorescenza lanuginosa e di colore bianco, simile al pelo dei gattini, tali infiorescenze vengono chiamate proprio "gattini".
Gli animali sentono, "vedono", comunicano con altri sensi (l'ESP) Testo di Bill Schul, tratto da "Anche gli animali vanno in Paradiso", S.Apuzzo - M.D'Ambrosio, Edizioni Mediterranee, giugno 2001
Un esperimento incruento dimostra, tra i tanti che sono stati condotti, come gli animali percepiscano in modo nitido gli avvenimenti anche se "privati" dei normali sensi: un boxer fu collegato a un elettrocardiografo in una stanza, mentre la sua proprietaria si trovava in un' altra stanza. Senza avvisare la donna, un estraneo si precipitò dentro insultandola e minacciandola di percosse. Essa raccontò di essersi veramente spaventata, come si può ben pensare. Il suo cane che si trovava nell' altra stanza insonorizzata deve aver percepito che la sua padrona era in pericolo, perchè in quel preciso istante il suo battito cardiaco divenne violento. In un recente viaggio a Denver dovetti far revisionare la mia macchina; il meccanico notò parecchi libri di parapsicologia sul sedile e mi chiese se credevo a 'quel genere di cose', e aggiunse in fretta che lui stesso non vi credeva molto. Il mio tentativo di parlargli di alcune serie ricerche in quel campo fu presto interrotto dall'uomo, che mi raccontò di tutti gli incidenti capitati al suo grosso Labrador che gli leggeva nel pensiero e di un cavallo che sapeva sempre quando nascondersi quando qualche membro della famiglia voleva cavalcarlo.
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Vi sono montagne di prove che indicano le capacità extra-sensoriali degli animali: animali domestici che sanno quando il padrone muore o è in pericolo anche se è lontano centinaia di chilometri; capacità di leggere nella mente; predizioni di terremoti, temporali e perfino bombardamenti molto tempo prima che abbiano luogo: capacità di attraversare un continente alla ricerca del padrone perduto; il loro ritorno dall' aldilà per avvisare i padroni di un pericolo; perfino preveggenza, come nello strano caso di Missie, il Boston terrier che sapeva contare e dialogare con gli esseri umani secondo un linguaggio convenzionale.
Strani racconti di poteri che pochi di noi, la razza 'superiore' del pianeta, possiedono. Parecchi anni fa, il nostro vicino tenne per qualche tempo presso di sè un grosso gatto persiano che apparteneva a sua madre, che si era recata in Inghilterra per visitare degli amici. Il gatto e l'anziana signora avevano vissuto insieme in un appartamento per quattro anni e non si erano mai separati per più di un giorno. Quindi fu comprensibile che il gatto fosse sconvolto per parecchi giorni per essere stato lasciato solo, ma presto si abituò al nuovo ambiente e sembrò ragionevolmente sereno. Ma un mese dopo che la sua padrona se ne era andata, il gatto sedette in un angolo della stanza miagolando pietosamente, rifiutando di mangiare e ignorando tutte le attenzioni. Il pomeriggio del secondo giorno il gatto cominciò a emettere dei miagolii strazianti. Dopo un'ora il mio vicino ricevette una telefonata che lo avvisava che sua madre era morta per un attacco cardiaco mentre la portavano all'ospedale.
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Forse gli animali fanno uno sforzo maggiore per comunicare con noi di quanto noi ne siamo consapevoli e la maggior parte dei loro messaggi non ricevono mai la nostra attenzione. La nota psicologa degli animali Beatrice Lydecker la pensa così. Ha dimostrato alla televisione nazionale, con piena soddisfazione di molti studiosi di animali, la sua capacità di comunicare con gli animali. Riassume i risultati delle sue ricerche in What the Animals Teli Me, affermando che gli animali non comunicano verbalmente, bensì per mezzo dell'ESP. La Lydecker cita i risultati di test che dimostrano come una persona può comunicare coll'animale preferito attraverso un linguaggio non verbale e visualizzando ciò che vuole.
Ai padroni di cani e gatti si dà il seguente consiglio: "Per abituare il vostro beniamino a capire la parola 'seduto' per esempio, ditegli di sedere mentre lo visualizzate in quella posizione. Presto l'animale risponderà al comando mentre riceve l'immagine da voi. Mentre viene dato questo tipo di istruzione, avviene un tipo di comunicazione ESP. Si conversa nel linguaggio degli animali. Quando diventerete abili, diventerà naturale chiacchierare col vostro gatto (attraverso le immagini ESP)".
Mentre molti avranno difficoltà a credere a ciò, gli zoologi Maurice e Robert Burton osservano nella loro nuova enciclopedia sul comportamento degli animali Inside the Animai World che "sarebbe molto difficile convincere il proprietario di un cane che il suo animale non comunica telepaticamente". La loro enciclopedia riporta degli esempi straordinari di telepatia animale.
Infine lo psicologo J.B. Rhine, noto per le sue ricerche in questo campo, riferisce che esperimenti ben controllati sull' ESP degli animali confermano l'evidenza di ciò suggerendo che la capacità degli animali, a trasmettere e a ricevere messaggi telepatici, è una proprietà acquisita dell'organismo animale che precede la coscienza sensoriale.
La telepatia potrebbe spiegare l'improvviso cambio di direzione di uno stormo d'uccelli che volano assieme, e potrebbe anche aiutarci a capire come mai cani e gatti sono in grado di ritrovare i loro padroni anche a grandi distanze, in luoghi dove non sono mai stati. Parecchi anni fa alcuni ricercatori dell' Istituto di Parapsicologia del North Carolina verificarono la storia di un gatto che era andato da New York fino in California per ritrovare il suo padrone. Sembra che il padrone, un veterinario, affidasse il gatto a degli amici quando era in viaggio.
Cinque mesi più tardi, un gatto entrò dalla porta principale della sua casa. Egli rimase stupito di fronte alla somiglianza del gatto che aveva innanzi col suo gatto di prima e fu ancora più sorpreso quando l'animale entrò in casa e andò a mettersi direttamente su quella che era stata la sua sedia favorita. Un esame del gatto cancellò ogni dubbio perchè anch' esso aveva una vertebra più larga delle altre. La sopravvivenza degli animali dopo la morte è stata confermata da coloro che si sono trovati in stati particolari dove hanno potuto verificarlo. Racconti di esperienze fatte fuori dal corpo sono stati divulgati largamente dai media.
Spesso i racconti sono stati fatti da persone che hanno subito una morte clinica, hanno lasciato il corpo e a quanto si dice hanno sperimentato altri piani di esistenza e poi sono ritornati nei loro corpi ed hanno riferito ciò che è loro accaduto durante quel periodo.
Esperienze fuori dal corpo tuttavia non sono limitate all'improvviso arresto delle funzioni vitali. Quando all' università parlo di stati alterati di coscienza talvolta chiedo che alzino la mano coloro che in qualche modo hanno avuto l'esperienza di essere separati dal loro corpo fisico e sono rimasto stupito nel vedere che circa un terzo degli studenti rispondeva affermativamente.
Vi sono anche stati coloro che hanno sviluppato quest'abilità o talento al punto che possono volontariamente separare la coscienza dal corpo. Mantenendo piena consapevolezza, possono viaggiare mentalmente in altri luoghi dentro il nostro piano di realtà e più tardi confermare l'accuratezza delle loro osservazioni. Spesso affermano di aver raggiunto vari livelli di esistenza e uno di questi, probabilmente, è il livello astrale dove può darsi che vivano coloro che sono morti.
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Uno di questi visitatori di molteplici piani di esistenza è un mio carissimo amico. Gli ho chiesto che ne pensa della sopravvivenza degli animali dopo la morte fisica. Mi ha detto molte volte di aver contattato sul piano astrale persone che aveva conosciuto da vive sulla terra. Quando gli chiesi se avesse anche incontrato degli animali che aveva conosciuto, mi rispose senza esitazione: "Oh, sì. Spesso vedo animali, talvolta in compagnia di altri animali, come alcuni cani che giocano o corrono insieme, oppure in compagnia di persone. Non è insolito che io veda qualcuno giocare con un cane o accarezzare un gatto". "Ma siamo sicuri che gli animali che vedi lì hanno vissuto su questa terra?", chiesi. "Be', naturalmente molti animali non li ho mai visti prima", mi rispose, "ma non dimenticherò mai la volta che ho visto chiaramente Flip, il mio vecchio airdale che era morto qualche mese prima. Era veramente eccitatissimo nel vedermi, scodinzolava e si gettava su di me. Io l'ho accarezzato e gli ho parlato a lungo e non ho mai dubitato che fosse realmente lui".
Il Gatto magico dagli Egizi alla mitologia.
Presso gli Egizi, l'uccisione del gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale, sia che avvenisse inavvertitamente o che fosse provocata di proposito. Chi uccideva un gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio. Ma quando un gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia. Il gatto veniva imbalsamato e degnamente seppellito.
Gli Egizi lo chiamavano Myou, con un'evidente onomatopea, e lo onoravano in parecchie regioni, ma principalmente a Bubastis, città del Basso Egitto dove si adorava Bastet, la dea dalla testa di gatto. Il gatto, come la dea Bastet, era il nemico dei serpenti, e in un papiro funerario è raffigurato nell'atto di mozzare la testa di un rettile. Il culto di Bastet era diffuso a Tebe e a Menfi, e nei dintorni di queste due città sono stati trovati dei cimiteri di gatti contenenti circa duecentomila mummie. Pare infine che, mentre il gatto era sacro al Sole e a Osiride, la gatta era sacra alla Luna e a Iside. Il gatto, la cui pupilla subisce delle variazioni che ricordavano le fasi della luna, veniva paragonato alla sfinge per la sua natura segreta e misteriosa e per la sensibilità alle manifestazioni magnetiche ed elettriche. Inoltre la sua abituale posizione raggomitolata e la facoltà di dormire per giornate intere ne facevano, agli occhi degli ierofanti, l'immagine della meditazione, mostrata come esempio ai candidati all'iniziazione rituale. Nel Libro dei Morti egizio, il gatto è chiamato Matou allorchè combatte contro Apophis, il serpente pitone della paludi, simbolo delle forze malvage. Si affermava infine che il gatto possedesse nove anime, e godesse di nove vite successive.
La prima donna, quando ancora Eva non era nata, la pura, la ribelle, Lilith, 1' incontrollabile, l'imprevedibile, la vergine selvaggia, sovrana delle ombre, scelse per compagno lo spirito stesso della notte e del mistero: il gatto.
I Greci, al contrario, ignorarono i gatti. Per cacciare i topi dalle loro case, si servivano delle donnole e dei colubri. Gli ottusi cristiani, dal canto loro, videro il gatto di mal occhio, e lo accusarono di portare con sè tutti i malefici.
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Secondo la rivoltante opinione degli gnostici, nel XVI secolo, il gatto era legato a tutti gli aspetti diabolici della femminilità. Il gatto sta al cane, dicevano, come la donna sta all'uomo.
La sua natura, la sua voluttà, la sua dolcezza, la sua astuzia sono simili a quelle della donna.
Per di più, il gatto fu molto presto collegato al folklore della stregoneria; le streghe amavano trasformarsi in gatte. E sicuro che, dice Duchaussoy nel suo Bestia ire Divine:
"Quando i rituali e i culti lunari furono ufficialmente abbandonati e relegati al rango di stregoneria, il gatto nero, immagine della notte buia in cui brillava la divina Febe, divenne il compagno classico delle streghe".
Esaminando il racconto intitolato Il gatto nero di Edgar A. Poe, si può scorgere un ruolo erotico-simbolico del gatto.
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Ma cosa vediamo, osservando da vicino un gatto?
Occhi vivaci, un corpo snello, lucido, forte, un animo affettuoso e fiducioso, indipendenza, raffinatezza e uno spirito saggio e saccente al contempo. Che il gatto accanto a noi abbia il pelo lungo o corto, che sia soriano o color tartaruga, la nostra reazione è sempre la stessa: ne restiamo affascinati.
Misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, i gatti sono le creature più enigmatiche che la nostra specie abbia mai addomesticato. Ma, nel corso del tempo, tutte le civiltà sono entrate in contatto simbiotico con i gatti.
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Dolci o riservati? Solitari o socievoli? Meditativi o funerei? Fisicamente i gatti sono cambiati ben poco, ma è cambiato il nostro modo di vederli. Diversamente - e quanto diversamente - dal cane, uno dei primi animali domestici, i gatti si sono avvicinati all'uomo relativamente tardi. Ma si sono rifatti del tempo perduto ed hanno occupato ben presto un posto non solo nelle nostre case, ma anche nei nostri cuori.
E di questo dobbiamo ringraziare i roditori. E stato l'avvento dell'agricoltura, e quindi delle provviste di grano, a condurci questi amici sofisticati e predatori, probabilmente più di tremila anni fa. Si ritiene che il gatto selvatico africano venisse impiegato nell'antico Egitto per uccidere i topi e i roditori della valle dei Nilo che depredavano il grano raccolto e immagazzinato. Gli antichi egizi non ebbero più scelta dopo aver vissuto con queste splendide creature: ne rimasero affascinati. I gatti adorati dagli antichi egizi erano più o meno i gatti che adoriamo ancor oggi. L'arte di quel tempo raffigura il gatto come quello delle nostre case, anche se forse allora la glorificazione di tutto ciò che è felino era più complessa e solenne.
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Gi egizi veneravano una divinità felina, Bastet, che guidava un carro trainato da altri gatti Bastet era una dea potente strettamente collegata a Ra, il dio dei sole. I gatti vagavano in un tempio in pietra costruito in suo onore e i fedeli studiavano il loro comportamento per trarne auspici e segni della Dea stessa. Possiamo ancora identificarci con gli antichi egizi quando studiamo il comportamento dei nostro gatto in cerca di un segnale "Per stasera la supr?me di salmone o le frattaglie di tacchino? Dammi un segno". In vita i gatti erano molto amati, nella morte erano pianti. Se moriva il gatto di casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia.
In Egitto, il gatto fra i tanti animali era sacro, tanto che ne mummificarono migliaia. In un grande tempio sono state scoperte alla fine dei secolo scorso oltre trecentomila mummie di gatti con accanto una sorta di pasto per l'aldilà: topi mummificati.
Nel corso dei secoli Bastet divenne sempre più popolare e potente e attirò centinaia di migliaia di pellegrini da ogni parte in occasione delle celebrazioni in suo onore, durante le quali si beveva, si banchettava e si celebravano complessi riti. Questa storia, insieme ai vagabondaggi notturni, alle retine riflettenti che fanno "brillare" gli occhi al buio, e all'istintivo orgoglio dei gatto, non possono essere state fra le cause ma sono stati usati come pretesti dal cristianesimo che ha portato i gatti a vederli solo negativamente nei tempi bui dell'Europa medioevale, quando venivano collegati alla magia e alla stregoneria. A causa di questa associazione, i gatti vennero perseguitati per secoli. Anche se questo atteggiamento contro i gatti ebbe inizio già nel decimo secolo, l'ultimo gatto giustiziato in Inghilterra per stregoneria morì nel 1712. Invece sappiamo bene quanto i gatti possano essere di compagnia di conforto,di magia ed emanazione di energia positiva per tutte le persone che vengono a contatto, ma questa preziosa intesa magica venne demonizzata e distrutta dall' oscurità maligna del cristianesimo. Arrivando ad assurdità tipo: una donna anziana che viveva con i suoi gatti veniva sempre sospettata di stregoneria.
Durante la caccia alle streghe da parte del cristianesimo erano presi di mira soprattutto i gatti neri, che tuttora sono circondati da un'aura di superstizione. Negli Stati Uniti un gatto nero che attraversa la strada si ritiene porti sfortuna, ma in Inghilterra vale l'opposto: i guai sono passati senza sfiorarli, quindi è segno di buona fortuna.
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Pompeo il grande rivale di Cesare era amante dei felini in genere: grandi (pantere, leoni ecc) e piccoli (gatti).
Lo stesso imperatore Giuliano si sentiva ricaricato accarezzando grandi e piccoli felini.
Nei secoli successivi anche nei momenti più bui gli scrittori rimasero i migliori alleati dei gatti, condividendo con loro una vita solitaria e tranquilla. Fedeli fino in fondo all'amore per il loro compagno felino furono, per esempio, il Petrarca, che fece incidere sulla lapide dei suo gatto la frase "Sono stato la più grande passione, seconda solo a Laura", e il saggista francese dei XVI secolo Michel de Montaigne, che scrisse: "Quando gioco con la mia gatta, chi può dire se si diverte più lei a scherzare con me o io a giocare con lei?". E questo rapporto è proseguito per intere generazioni. I gatti hanno assistito tranquilli alla transizione dalla penna d'oca al computer portatile. Keats, Tennyson, Hardy, Twain, Kipling e Colette amarono molto i gatti e scrissero di loro con amore. Nessuno che abbia assistito alle strabilianti evoluzioni di un gatto comune potrà sorprendersi sapendo che un uomo "duro" come Ernest Hemingway fosse un vero amante dei gatti; e infine il pittore Klimt amante anche lui dei piccoli felini.
E non è il solo. E' il loro fisico snello ad attrarci. Pur essendo diventati domestici, i gatti sono cambiati relativamente poco: non si notano in loro marcate differenze fisiche fra le razze domestiche e le razze selvatiche, come per esempio negli "animali da soma" (provate ad applicare questa definizione al vostro gatto!).
Molto più di altre specie addomesticate, i nostri piccoli Muffy e Lulu riescono a sopravvivere da soli. La palla di pelo che vi fa le fusa in grembo sa perfettamente come procurarsi un pasto fuori casa, sia che si trovi in un prato o per le strade di Manhattan.
In quei profondi occhi blu, verde smeraldo o color ambra riusciamo ancora a percepire il senso dei selvatico. Con la loro sviluppata visione notturna, con il loro udito in grado di percepire i suoni acuti, e con un senso dell'olfatto trenta volte più sviluppato del nostro, i gatti sono animali predatori. Di città o di campagna, qualsiasi gatto che possa uscire liberamente delimita il suo territorio e utilizza gli odori per marcare i confini, facendo poi conto sui suoi muscoli per consolidarli, anche se spesso le minacce sono sufficienti.
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Anche i gattini più indifesi nascono con l'istinto della caccia: è un impulso naturale che si affina giocando con i fratellini. Se li osservate mentre lottano e si mordono sapete che stanno esercitandosi per catturare dei deliziosi topolini vivi. Osservando i genitori imparano la pazienza, la tecnica dell'attacco improvviso e come afferrare la preda per il collo. L'istinto della caccia è molto forte: in mancanza di topi sarà sufficiente una mano sotto una coperta, una pantofola che batte sul pavimento o una stringa trascinata in giro.
Alcuni gatti domestici sentono il richiamo della vita selvatica e, se tornano selvatici, sono perfettamente in grado di nutrirsi catturando uccellini e roditori. Spesso sono molto prolifici, ma la loro vita media è circa la metà di quella di un viziato micione casalingo. In molte città vi sono gruppi di assistenza che operano per sterilizzare e stabilizzare la popolazione di gatti selvatici.
E' molto controversa la questione se lasciare o meno uscire liberamente i nostri gatti. La maggior parte delle associazioni per la protezione degli animali insiste sul fatto di tenere sempre i gatti in casa, citando le statistiche che dimostrano di quanto si riduca la sua vita media da quando varca la soglia di casa. Ma i padroni dei gatti si pongono sempre la stessa domanda: "Che cosa rende felice il mio gatto?". Sappiamo che sono sensibili al tocco e che reagiscono con tutto il corpo alle carezze. Fremono di piacere e si strusciano con la testa, la schiena e la coda sul palmo della mano. Molti gatti vanno in estasi per l'erba gatta, vi si rotolano e vi si sfregano in modo assolutamente sfrenato. Sembrano trarre piacere dalle cose più semplici: un angolino di stanza inondato dal sole, un sacchetto di carta, la gioia di piantare le unghie nella tappezzeria, lunghissimi sonnellini, il rispetto, o meglio la venerazione, da parte degli altri.
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I gatti sono curiosi e complessi, affettuosi ma indipendenti, addomesticati ma selvatici, riservati e premurosi. I felini sono cos? tante cose insieme che l'unico sistema per catalogare le loro storie sono le immagini: non importa di che razza siano o dove è stata scattata la foto, riconoscerete il vostro gatto, la sua essenza felina universale, in ogni figura. Con le sue immagini Gatti in primo piano è un'autentica celebrazione della felinità.
Inviato da : CAGLIOSTRO Mercoledì, 19 Maggio 2004 - il Tempio di Febo
Oscar gatto sensitivo
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New York, 2 feb. (Ign) - E' la storia di Oscar gatto che predice la morte. Emissari sulla terra della dea Bastet, divinità protettrice della fertilità e delle gioie terrene, dalla danza alla musica al sesso. E anche dea della salute. Appunto. I gatti già dall'antichità -qui si ricorda l'Egitto- hanno accompagnato nel tempo l'immaginario dell'uomo, materializzando nel corpo da felino il mito, la superstizione e la magia. Con alterne vicende: adorati dai Faraoni, al rogo con il cristianesimo e le streghe nel medioevo. Per arrivare al nero che porta sfortuna dei giorni nostri.

Oscar invece è un gatto a chiazze bianco e grigio, la mascotte dell'ospedale Steere House in Rhode Island, negli States. Sembra un micio normale anche un po' sovrappeso, ma ha un dono. Gira di stanza in stanza, si guarda intorno, ma non si ferma con tutti. Solo in compagnia dei pazienti più gravi. Quelli a cui restano poche ore di vita.
E' diventato famoso nel 2007 quando il dottor David Dosa ha scritto un articolo sulla sua 'capacità divinatoria' sul Giornale di Medicina del New England. Ai tempi il gattone aveva 'detto addio' a venticinque pazienti. Adesso siamo sulla cinquantina. Da allora ha fatto strada. Ha anche la sua pagina su Facebook con fan e detrattori. Accanto a chi ne celebra le qualità, c'è chi ipotizza - scherzando - che sia lui a uccidere i pazienti.
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A raccontare la vicenda un libro che s'intitola, 'Il regalo straordinario di un gatto ordinario' che, si legge sul popolare social network, è già nella top50 dei più venduti online. L'autore è il medico che l'ha scoperto. Una fonte autorevole. Non solo è geriatra, ma anche docente universitario alla Brown University, che cura i pazienti con demenza senile alla clinica. "Per loro è un conforto - ha detto - viene menzionato spesso anche nei loro testamenti". Il dottor Dosa non riesce a dare una spiegazione scientifica di quanto sta succedendo nel suo libro, ma ipotizza che il micione possa riconoscere l' odore della morte.
Niente paura. E non scrutate il vostro gatto, temendo di riconoscere nelle sue movenze le stesse adottate da Oscar, il gatto con il "dono". Il felino, mascotte della casa di cura geriatrica Steere House negli Stati Uniti, ha sì predetto la morte di 25 ricoverati in due anni, ma è unico e non effettua trasferte. Oscar pratica la sua attività di sensitivo al terzo piano del nosocomio, nel reparto riservato a pazienti affetti da demenza in fase terminale. David M. Dosa, medico in servizio presso l'ospedale e il Rhode Island Hospital di Providence, ha spiegato così lo strano caso del felino sensitivo: "Non è bizzarro che gli ospedali geriatrici abbiano mascotte. Steere House ne ha diverse che vivono in un edificio e danno compagnia e consolazione ai degenti".
Sottovalutato se non addirittura ignorato a principio, il "dono" di Oscar si è manifestato in tutta la sua straordinarietà circa un anno e mezzo fa. Quando accade una volta un tal fatto di parla di casualità, quando si nota una seconda forse si inizia a pensare ad una coincidenza, alla terza è già una certezza. Il monitoraggio sulle predizioni del gatto "sensitivo" ha indotto il dottor Dosa a pubblicare un articolo sulla rivista medica "The New England Journal of Medicine".
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La capacità di Oscar è stata appurata sulla base di un rituale che si consuma ad ogni decesso. Il gatto quando sente incombere la morte del paziente, gli si avvicina, sale sul letto, annusa l'aria e rimane lì dopo essersi girato su se stesso. E' accaduto anche nel caso della signora K. della stanza 313, che a mezzora di distanza dalla visita di Oscar, è deceduta. "La sua presenza vicino al letto è vista dai medici e dal personale come un indicatore quasi assoluto di morte imminente, il che permette di avvisare i familiari" ha aggiunto Dosa che è anche professore della facoltà di medicina Warren Alpert, all'università di Brown, a Providence.
La spiegazione che ha fornito il professor Dosa è legata alle capacità degli animali di sentire cose che noi esseri umani non riusciamo a percepire. Scientificamente, esistono prove che attribuiscono agli animali qualità che consentono di intuire l'arrivo dei terremoti. La "dote" di Oscar, secondo il medico, risiede nell'olfatto. La supposizione che avanza il professore, è che il gatto possa avvertire l'odore del feromone a noi sconosciuto. E comprendere quando è il momento di salutare chi sta andandosene.
da La Stampa

La fisica del gatto che beve http://www.tg1.rai.it/dl/images/260x01289504338787imagesCAW4XZN4.jpg


Studiosi del Mit scoprono come mai i gatti non si sbrodolano bevendo dalle ciotole. Il segreto sta nella somma della gravità e della velocità. Insomma sfruttano le leggi della fisica.
GATTO CHE BEVE
Gli amanti dei gatti, in tutto il mondo, ammirano la grazia sinuosa con cui questi felini sfidano la forza di gravità, forse ignorando, però, che questi stessi tratti sono essenziali per quando i gatti lappano il latte. A squarciare il velo sull'antico mistero di come i gatti e gli altri felini riescano a bere senza 'sbrodolarsi la bazza' arriva uno studio congiunto degli scienziati del Massachusetts Intitute of Technology (Mit), del Virginia Tech, e della Princeton University, i cui risultati vengono pubblicati oggi sulla pagina on-line di 'Science'. Era già noto che quando lappano i gatti estendono la loro lingua verso la ciotola con la punta della stessa orientata verso il basso e poi a formare una sorta di mestolo, con la parte superiore della lingua che così tocca il liquido per prima. Noi sappiamo questo perchè un altro ingegnere del Mit, il celebrato Doc Edgerton, già nel 1940 aveva filmato il modo di bere il latte di un gatto domestico usando la fotografia stroboscopica. La novità - ricavata dagli scienziati attraverso l'osservazione con i più moderni video ad alta velocità - è che la parte superiore della lingua del gatto (come si vede chiaramente dalle immagini) è la sola a entrare in contatto con il liquido. I gatti, al contrario dei cani, non 'intingono' la lingua nel liquido che vogliono bere, ma adottano un sistema più sofisticato ed elegante, in un bilanciamento perfetto tra inerzia e gravità. La parte superiore, rasposa, della lingua del gatto, praticamente 'accarezza' la superficie del latte. Poi il felino ritira rapidamente la lingua e così facendo crea una sorta di 'colonna di latte' tra la lingua in movimento e la superficie del liquido. E' allora che il gatto subitamente chiude la bocca 'mordendo' la sommità di questa colonna, e garantendosi così una buona bevuta, al riparo da sbrodolature indesiderate. La colonna di liquido, spiegano gli scienziati, è creata da un delicato bilanciamento tra la gravità, che spinge il liquido a tornare nella ciotola, e il moto d'inerzia attivato dalla lingua sul latte. I gatti domestici - è stato calcolato dai ricercatori - riescono a dare anche quattro lappate al secondo, circa 0,1 millilitro di liquido per lappata, mentre i 'grandi gatti', come le tigri e i leoni, hanno movimenti della lingua più lenti: poiché generano un moto inerziale più impegnativo nel liquido data la maggiore dimensione delle loro lingue. La quantità di liquido che un felino riesce a catturare ogni volta che chiude la bocca - secondo i calcoli teoretici dei ricercatori - dipende infatti dalla dimensione e dalla velocità della lingua. Si è portati a credere che i gatti scelgano la velocità dell'intero movimento per massimizzare la quantità di liquido presa in ogni 'lappata' - dice Jeffrey Aristoff, matematico a Princeton - suggerendo che questi animali siano molto più intelligenti di quanto si pensi, almeno quando entrano nell'ambito proprio dell'idrodinamica .

Per i gatti di Torino

Da Torino un appello agli amanti dei mici e non solo: chi volesse aiutare la colonia felina dello Stadio Filadelfia di via Giordano Bruno può portare scatolette e croccantini nel negozio Anubis di corso Racconigi 245. Sono infatti sempre più alti i costi per mantenere la numerosa famiglia di gatti e gatte che ora ammonta a 60 esemplari.

Ecco Oscar: il primo Gatto 'Bionico

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ANDREA MALAGUTI CORRISPONDENTE DA LONDRA

Sembrava la storia triste di un gatto nero, è diventata un miracolo che sta facendo il giro del mondo. Surrey, Inghilterra del Sud, un grande campo da coltivare dove Oscar, due anni, pelo nero, si addormenta sotto le nuvole.
La mototrebbiatrice passa, non lo vede e gli maciulla le zampe.
Kate e Mike Nolan, i suoi proprietari, lo raccolgono e capiscono che Oscar sta morendo e che loro sono a un bivio: sopprimerlo o cercare l’impossibile. Cercano l’impossibile.
Salgono in macchina e arrivano a Eashing, dove c’è la clinica veterinaria del dottor Noel Fitzpatrick, una specie di genio degli animali che nel 1972 ha costruito questo ospedale in mezzo al verde che sembra un centro benessere svizzero per miliardari. Però più bello.
Fitzpatrick guarda il gatto e dice: lo salvo.

Fa di più. Gli amputa le zampe e le sostituisce con due piccoli sostegni di acciaio che sono un salto del futuro. Oscar diventa ufficialmente un gatto bionico.

«Dobbiamo aspettare qualche mese prima di cantare vittoria».
I mesi sono passati, Oscar corre, si arrampica sui muri e le foto riempiono le pagine dei giornali. Un confine è stato varcato. Bene, ma che cosa ha fatto il neurochirurgo degli animali domestici?
Ha innestato un impianto su misura all’interno delle articolazioni della cavigilia del gatto, esattamente dove la zampa è stata amputata, così dalla pelle di Oscar adesso escono due trampoli eleganti, grigio metallizzato. Sono rivestiti di hydroxiapatite, un materiale che si comporta come le ramificazioni ossee con i tessuti molli e la curva particolare della protesi consente alla struttura, studiata per la prima volta dal professor Gordon Blunn dell’University College di Londra, di sigillarsi alla pelle evitando le infezioni. «E’ un miracolo di biomeccanica, Oscar è il primo animale al mondo ad avere una protesi integrata con le ossa, con la pelle e con le articolazioni della caviglia», spiega Noel Fitzpatrick.
Fuori dal suo studio c’è la fila. Le persone si accomodano sui divanetti di pelle e aspettano in silenzio tenendo in braccia i loro animali. Lo sanno che non esiste un altro posto così. La Fitzpatrickreferrals, il più sofisticato centro privato europeo del settore, con 5 chirurghi, 5 veterinari generici e 30 infermieri, serve l’Inghilterra del Sud. Il vanto dell’ospedale sono le radiografie digitali e uno scanner d’avannguardia che lavora sette giorni su sette. L’intervento su Oscar, durato tre ore, è costato 4 mila sterline, duemila per zampa, e a pagare è stata l’assicurazione.
Noel Fitzpatrick, un signore magro, con pochi capelli e una faccia da cinema, si toglie il camicie e lo getta nel cestino della biancheria sporca. «Voglio che queste persone tornino a casa serene».

video Oscar ha zampe di acciaio http://www.youtube.com/watch?v=kO9LQTazCeU

Alcune immagini del primo gatto al mondo con protesi ortopediche; il micio aveva perso le gambe per un incidente (una mietitrice aveva tranciato le zampe posteriori). L'operazione è stata eseguita da un medico veterinario del Surrey, un certo Noel Fitzpatrick che gli ha impiantato due futuristiche protesi. Dopo quest'operazione (la prima al mondo) l'animale è tornato a camminare normalmente. Nella sfortuna è stato davvero fortunato questo gatto ad avere dei padroni così 'all'avanguardia'!
(©LaPresse)

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bibliografia
LA MAGIA DEL GATTO. STORIE, LEGGENDE EMISTERI
di FEZIA LAURA
Editore: L'ETA DELL'ACQUARIO
Pubblicazione: 01/2008
Numero di pagine: 192
Prezzo: € 14,00

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